Tipo di strumento : Formazione e accompagnamento
Le comunità di pratica
Uno spazio per l’apprendimento reciproco
Descrizione
La formulazione del concetto di Comunità di Pratiche (CdP) si deve a Étienne Wenger, che definiva queste organizzazioni come “gruppi di persone che condividono un interesse per qualcosa che fanno e imparano a farlo meglio mentre interagiscono regolarmente”. Wenger individua tre caratteristiche che distinguono una CdP da ogni altra aggregazione. Ciò che definisce una CdP è la presenza di un “dominio”: un argomento che accomuna tutti i suoi membri. L’adesione ad essa, infatti, implica un senso di appartenenza e un impegno di ciascuno riguardo al “dominio” attorno al quale si forma. Il secondo requisito di una CdP è che le persone da cui è composta imparino e condividano, con continuità, quello che sanno. In terzo luogo, una CdP deve essere formata da professionisti che sviluppano un repertorio comune e condiviso di norme, procedure, informazioni, simboli, oggetti, strumenti e metodi di soluzione di problemi.
La presenza delle CdP è di fondamentale importanza per qualsiasi organizzazione, sono delle strutture sociali che detengono un patrimonio di conoscenza tacita, un tipo di sapere profondamente connesso con le azioni quotidiane e con le esperienze maturate da ogni individuo e che spesso rientra nell’espressione colloquiale: trucchi del mestiere.
Pubblici
Le Comunità di Pratica si possono trovare ovunque ed essere composte da persone provenienti dagli orizzonti più diversi.
A cosa serve lo strumento
Lo strumento è essenziale per:
- migliorare la propria pratica attraverso lo scambio orizzontale.
- condividere strumenti, metodi, tecniche, trucchi, stili, teorie, approcci.
Raccomandazioni per la realizzazione
Per l’efficacia di una CdP, è importante prevedere:
- l’identificazione di un dominio comune;
- la costruzione di contenuti orizzontali, da condividere tra i membri;
- la sintesi dei principali risultati in strumenti e raccomandazioni concrete.
Come funziona
Tra le azioni propedeutiche alla attivazione di una Comunità di Pratica:
- l’Analisi del contesto e l’ascolto del territorio;
- La mappatura degli attori che afferiscono al dominio identificato;
- La redazione di un invito semplice e chiaro e la costruzione di un programma di lavoro;
- La redazione di resoconti di sintesi a fine di ogni incontro.